lunedì 16 luglio 2012

HOMO RIDENS/Il Grande Fiume

il "palco" al tramonto, poco prima dello spettacolo

Sto seguendo come ogni anno gli spettacoli del Festival Il Grande Fiume, giunto ormai alla sua XV edizione grazie al tenace lavoro di Luigi Ronda, e ieri sera sono stata nella mia location preferita, ovvero il bellissimo spiaggione di Isola Giarola (Villanova D'Arda), dove è andato in scena Homo Ridens, del Teatro Sotterraneo di Firenze. 


"Homo ridens è una performance pensata come esperimento su campione, un test sul pubblico-cavia chiamato a reagire a determinati stimoli che attengono al riso e ai suoi meccanismi"


"L’intento è quello d’indagare l’attitudine umana alla risata, misurandone i limiti e la complessità. Nel riso rinunciamo alla funzione vitale del respiro, nel riso è la parte aggressiva di noi che ci fa digrignare i denti, nel riso è l’intrattenimento del potere ma anche la rivolta popolare. Sappiamo che la coscienza di sé permette all’uomo di vedersi dall’esterno. Sappiamo che la coscienza di sé rende l’uomo consapevole della morte. Ma cosa c’è da ridere?"


A me lo spettacolo è piaciuto (unico appunto la durata, forse un pò troppo corto), ma capisco che possa avere infastidito più di una persona, proprio perchè giocato sull'alternanza riso(cinico)/violenza, presupponendo quindi una certa consapevolezza del sè e un pò di volontà di "entrare a fare parte del gioco".



D'altronde si sa, da Aristotele a Bergson, passando per Il nome della rosa di Eco, la risata è sempre stata una cosa seria.

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