sabato 26 novembre 2011

PARASIMPATICO, ovvero della prima personale di pipilotti rist in italia

" senza alcun rispetto per la tecnologia, cavalco verso il sole nel computer e,
con la lingua del mio cervello, mescolo le immagini di fronte
 o dietro le mie palpebre"


Pipilotti Rist è una delle figure più anticonformiste dell’arte contemporanea. 
E' nata a Grabs (CH) nel 1962, e da bambina ha scelto di usare l’originale nome Pipilotti, che mette insieme il nomignolo Lotti, diminutivo di Charlotte, e Pippi, da Pippi Calzelunghe, il personaggio di Astrid Lindgren con cui sentiva di avere molto in comune. Vive e lavora a Zurigo e Sommerset.



Visioni fluttuanti, colori vibranti e psichedelici, colonne sonore ipnotiche, sensualità e leggerezza sono alcuni dei principali ingredienti del mondo di Pipilotti , costruito sulla linea di confine tra sogno e realtà.


I suoi video lussureggianti e le sue installazioni multimediali esplorano la sessualità e la cultura dei media con un mix giocoso e provocatorio di fantasia e quotidianità, in cui le immagini in movimento trasformano soggetti, temi e luoghi familiari in affascinanti caleidoscopi.


Per Pipilotti Rist le immagini video sono la proiezione di desideri ed emozioni, una nuova forma di vita organica che lo spettatore può percepire non solo con gli occhi ma anche e soprattutto con il corpo. Spesso nascoste in luoghi inaspettati – toilette, bottiglie di liquore, conchiglie e borsette da signora – o proiettate su superfici suggestive – soffitti di chiese o giganteschi schermi televisivi – le sue installazioni sono esplorazioni sensoriali, esperienze totalizzanti dove la distanza fisica e psicologica con lo spettatore è completamente annullata.


Nei viaggi visivi di Pipilotti Rist gli spettatori si ritrovano spesso in spazi dalle proporzioni stravolte, ridotti a piccoli Lillipuziani di fronte a immagini gigantesche che esaltano la sensazione del ricordo infantile di un mondo puro, dove la corporeità sembra riconciliarsi con la razionalità e dove la sensualità acquista una dimensione quasi spirituale, a tratti venata di ironia e malinconia.

i'm a victim of this song (1995)
Ever is over all (1997)
La porta d’accesso ai lavori di Pipilotti Rist è la nostra parte emozionale, quella che reagisce in modo involontario agli stimoli che vengono dall’esterno. Da queste considerazioni deriva la scelta del titolo Parasimpatico per la sua mostra alla Fondazione Nicola Trussardi (dal 9 novembre al 18 dicembre): Pipilotti fa riferimento a quella branca del sistema nervoso che presiede le funzioni corporee involontarie, che stimolano la quiete, la digestione, il rilassamento, il riposo e l’immagazzinamento di energia.
Come nelle sue precedenti installazioni, questo nuovo progetto ideato per il Cinema Manzoni, combina lavori vecchi e nuovi con l'obiettivo di trasformare l'ex cinema in un grande organismo vivente, mescolando cinema e televisione, allucinazioni e immagini ad alta definizione.
Sicuramente da non perdere, (entrata libera!)

(una sorpresa nei bagni del cinema Manzoni)

venerdì 18 novembre 2011

DIALOGO NEL BUIO


Ieri sono andata in gita con una delle mie classi di Grafici dello IAL all' Istituto Ciechi di Milano, per sperimentare il percorso Dialogo nel buio. 
I visitatori compiono un viaggio immersi nel buio, per circa un'ora e mezza, provando a svolgere semplici azioni quotidiane come passeggiare in un giardino, attraversare una strada, ma anche sperimentare una gita in barca ecc...


Una guida esperta non vedente insieme ad un'altra aspirante guida, ci hanno condotto lungo tutto il percorso, aiutandoci e suggerendoci come utilizzare al meglio i sensi rimasti: tatto, udito, olfatto e gusto. Al bar, ultima tappa del viaggio, ci siamo scontrati con la triste sensazione di quanto possa essere complicato svolgere le azioni più semplici, come bere un caffè, nonostante l'aiuto di tre bariste non vedenti molto disponibili ad aiutarci....

Renè Magritte, Les amantes - 1928

Il ritorno alla luce è graduale, ma comunque traumatico, con tutte le riflessioni che si porta dietro. Un'esperienza che consiglio a chiunque, non foss'altro per apprezzare quello che abbiamo e diamo per scontato.

mercoledì 16 novembre 2011

PER LA LUNA E I FALO'

Cesare Pavese

Secondo le tradizioni popolari, gli ultimi tre giorni di gennaio sono i più freddi di tutto l'anno. Questi giorni sono comunemente chiamati "giorni della merla", ma l'origine di questo modo di dire risale a tempi antichissimi e viene tramandata attraverso tante leggende di origine contadina.


Ad illuminare i Canti della Merla nella nebbia notturna, spesso in riva al fiume, i famosì falò che fanno parte di questa tradizione tipicamente padana e che hanno ispirato poeti e scrittori, primo fra tutti Cesare Pavese.


« [...] gli chiesi se Santa era sepolta lì. - Non c'è caso che un giorno la trovino? Hanno trovato quei due... Nuto s'era seduto sul muretto e mi guardò col suo occhio testardo. Scosse il capo. - No, Santa no, - disse, - non la trovano. Una donna come lei non si poteva coprirla di terra e lasciarla così. Faceva ancora gola a troppi. Ci pensò Baracca. Fece tagliare tanto sarmento nella vigna e la coprimmo fin che bastò. Poi ci versammo la benzina e demmo fuoco. A mezzogiorno era tutta cenere. L'altr'anno c'era ancora il segno, come il letto di un falò. »


Un aspetto comune alle diverse versioni della leggenda della Merla è l'originario colore bianco dei merli. La versione più diffusa narra di una merla bianchissima, che volava coi suoi piccoli alla ricerca di un riparo. Il suo volo procede senza risultati sino a quando, ormai allo stremo delle forze, la merla avvista il fumo che sale da un camino. Decide così di portare i suoi piccoli in quella calda e sicura dimora, riuscendo a salvare la sua famiglia; ma i merli divennero tutti neri a causa della fuliggine. Da allora, in segno di ringraziamento, accettarono di essere neri.


E' di questi giorni la bizzarra proposta di abolire queste manifestazioni folcloristiche adducendo motivazioni ambientaliste. Se la proposta trovasse riscontri effettivi, potrebbe compromettere l’organizzazione di decine di manifestazioni che appartengono alla storia del territorio e a cui gli abitanti dei vari paesi sono molto legati. Non dico altro.


lunedì 14 novembre 2011

MATRIOSKATTIVA


Sabato dagli amici di unaspeciedispazio c'è MATRIOSKATTIVA, interessante progetto che approda a Cremona dopo essere passato per la Fabbrica del Vapore a Milano.


un mio disegno

Sembra che il termine Matrioska sia un diminutivo di Matrena e che rappresenti simbolicamente la figura materna e la generosità ad essa correlata, oltre che la  fertilità della terra. Di fatto è un contenitore, antropomorfo, che porta con sè il mistero di ciò che contiene. 
A sabato!

venerdì 11 novembre 2011

TRA LIBRO E TEATRO


Dal 10 al 13 Novembre a Mantova c'è Segni d'infanzia, Festival Internazionale d'arte e teatro per l'infanzia, e ieri pomeriggio, al Teatro San Leonardo, ho partecipato all'interessante Convegno di studi “Tra libro e Teatro”.


Il libro rappresenta infatti uno spunto per tutti coloro che utilizzano la lettura ad alta voce nel rapporto con i bambini, e molti sono i punti di contatto tra questo e il linguaggio teatrale.


Dalla discussione sono nate idee e suggerimenti molto interessanti, e per niente scontati.
Si è partiti dalla definizione di libro illustrato, che è stata poi sostituita da quella più adatta di picture book: un oggetto complesso, polivalente, che bisogna saper trattare in maniera competente, e che bisogna soprattutto saper leggere.

libro tattile di Kristyna Adàmkova

Da qui l'importanza della voce nelle letture, e della formazione adeguata per le insegnanti, che non devono “saper far teatro”, ma avere gli strumenti adeguati per sostenere un progetto di lettura.


A teatro invece, quando si fa uno spettacolo ispirato ad un picture book, bisognerebbe tener conto anche delle immagini presenti nel libro, che sono parte integrante dell'oggetto, mentre di solito si utilizza solo la parte testuale. Inoltre, spesso, il libro (simbolo della lettura da promuovere) non è nemmeno presente, né prima, né durante o dopo lo spettacolo.


Altro punto dolente: sempre per quanto riguarda il teatro, spesso vengono riadattate storie “da grandi” per renderle fruibili ai più piccini (fascia 0-10 anni), ma non si fa mai il contrario: perchè non si lavora di più sulla fascia delle scuole medie e superiori? Certo, è più problematico perchè non c'è più l'imposizione dei genitori alla partecipazione, ma sarebbe utile individuare i canali giusti per raggiungere questa fascia d'età.


Alice Bigli, libraia e collaboratrice attiva nella promozione della lettura attraverso numerosi progetti, ci ha provato con il suo MarediLibri Festival dei ragazzi che leggono, e spiega che l'idea è nata dalla volontà di offrire qualcosa di veramente interessante ai ragazzi che leggono, che li facesse sentire protagonisti.


Cercando di tirare le somme in questo discorso infinito, perchè leggiamo? Perchè fare lettura animata?
Il fatto è che il bisogno di storie è un bisogno naturale che ci distingue: la lettura ha lo scopo dell'ascolto, e solo ritrovandolo, si può tornare al gusto del leggere.
ps. le immagini di questo post sono alcune delle letture consigliate dai relatori; tra queste ho ritrovato Skellig, fantastico.

mercoledì 9 novembre 2011

SCATOLE NARRATIVE

La scatola di Hansel e Gretel

Sto tenendo una serie di incontri di formazione per maestre del nido insieme alla psicopedagogista Mariella Zeliani, e ieri abbiamo concluso il discorso sulle scatole narrative: strumenti da utilizzare durante la narrazione per sviluppare la capacità attentiva dei bambini.

e quella del Gatto con gli stivali

Le maestre dovevano ultimare le scatole e poi raccontare la storia assegnata con l'aiuto degli oggetti che avevano preparato all'interno.

parte del contenuto della scatola di Hansel e Gretel

In una scatola narrativa gli oggetti non devono mai essere troppi, perchè rischiano di confondere i bambini oltre che complicare la narrazione nel passaggio dall'uno all'altro. E' importante invece lavorare sulla voce, che a quest'età risulta essere per i piccoli la cosa più affascinante.

da I musicanti di Brema

Il momento della narrazione è stato esilarante, e le maestre si sono impegnate davvero molto nei compiti assegnati. Hanno addirittura creato degli effetti speciali in notturna per la scena dei briganti del Gatto con gli stivali. Forse un pò troppo drammatici per il nido...ma si sà, la competizione...





venerdì 4 novembre 2011

DOCUMENTA 13 / giuseppe penone


Rovesciare gli occhi (1970)

Il lavoro di Giuseppe Penone ha sempre avuto il suo centro in un intimo e profondo rapporto con la natura, i suoi elementi e le sue leggi. Un legame che segna i materiali naturali, ma anche il corpo dell'artista, il quale desidera annullare il confine fra sé e l'esterno "rovesciando i propri occhi", attraverso un autoritratto con lenti a contatto specchianti, o "svolgendo la propria pelle", dove le impronte dell'epidermide vengono proiettate su pareti o tele.

Svolgere la propria pelle (1970)

L'esperienza del corpo, in particolare quella messa in moto dall'azione conoscitiva del toccare, è la modalità scultorea di Penone. Toccare un materiale della natura significa lasciarvi una traccia, che può essere un'impronta o una memoria, la quale resterà come un segno nella sua crescita o nel suo trasformarsi, erodersi. Si tratta infatti di un incontro fra materie: il corpo umano, il fiato del respiro, con il legno di un tronco, un mucchio di foglie, un blocco di creta, un sasso di fiume, l'acqua di un ruscello.


Da un lato, il peso del corpo o l'ingombro del soffio lasciano un'impronta nel materiale incontrato, un calco che rende percepibile ciò che non vediamo. Dall'altro, il confine fra di essi si fa labile, come quando tocchiamo con la mano qualcosa che ha il nostro stesso calore: dove finiamo noi? E dove inizia il resto? Un tema, questo, percorso ampiamente nell'ambito filosofico, ma che prende in questo caso forme semplici, quasi arcaiche, dirette alla più immediata comprensione, grazie alla loro dimensione poetica.


Idee di Pietra è la prima opera installata da Giuseppe Penone per Documenta 13, in programma dal 9 Giugno – 16 Settembre 2012 a Kassel, in Germania.
L’opera sarà inaugurata il 21 Giugno alle 12:00 ed è situata nel bellissimo giardino dell’Auepark. Ma perché installarla con tanto anticipo? Perché abbia modo di crescere... Si tratta infatti di un albero di bronzo di quasi nove metri di altezza, con una grande pietra incastrata fra i rami, nella parte superiore. Vicino al quale è piantato in terra un piccolo alberello vivo, al quale va dato il tempo di crescere...
 La presentiamo nel giorno del solstizio d'estate - dice Carolyn Christov-Bakargiev, curatrice di Documenta -. Il giorno dell'anno in cui il sole è più alto nel cielo, per celebrare l'inizio dell'estate e la creatività dell'arte...”.

Spero di riuscire ad andare a Kassel quest'estate, e di andarci con molti amici, ma aspettiamo a svelare i segreti...
Intanto, per chi volesse approfondire l'opera di Penone, segnalo un video dove è lui stesso a raccontare la propria poetica.






martedì 1 novembre 2011

LA PROPRIETARIA DEL MORTO


Giuseppe Morandi è nato al Vho di Piadena (Cr) da una famiglia contadina e operaia.
E' fotografo, scrittore, autore di cortometraggi. Ha pubblicato per Mazzotta il catalogo fotografico i Paisan e Quelli di mantova, oltre al recente La mia Africa. Come scrittore è conosciuto soprattutto per il diario La proprietaria del morto, bellissima antologia di racconti che consiglio a tutti quelli che amano la Bassa, mentre da regista cinematografico ha realizzato diversi documentari dagli anni '50 ad oggi sulla vita nella Bassa Padana.


"Hanno tradito la tua volontà Pinu Farina, hanno tradito la tua essenza. Come un servitore ti hanno portato in chiesa, come per un servitore hanno suonato le campane, come per un servitore le bigotte con i velli sulla testa hanno seguito la tua cassa.
- Gliel'hanno fatta grossa - diceva qualcuno.
Io avevo solo la rabbia e non guardavo in faccia nessuno. La proprietaria del morto era tua moglie.
Con altri quando ti hanno portato in chiesa, sono andato in cooperativa, dove andavi sempre a bere, ti ho seguito poi al cimitero." La proprietaria del morto

Ha collaborato con Bernardo Bertolucci alla realizzazione del film Novecento e, nel 2008 ha presentato il film I colori della Bassa in anteprima mondiale al Festival di Venezia, prima di una tournée americana. E' fondatore e membro della Lega della cultura di Piadena dal 1967.


Oggi ha inaugurato la sua nuova mostra fotografica dal titolo Il sogno ritorna, nel Salone degli Alabardieri in Palazzo del Comune, organizzata da Lega di Cultura di Piadena e curata da Sonia Storti. Protagonista delle immagini è la famiglia indiana Jagjit Rai Metha: i più umili, una volta i paisàn, sono oggi gli immigrati indiani, che portano il sogno dell'India nella Bassa. 
Visitabile da oggi a domenica 13 Novembre.